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martedì 16 ottobre 2012

Postmodernismo alla casertana di Andrea Chiariello

di Andrea Chiariello
Ebbene c’è chi dice che non se ne può più, su tante questioni, le condizioni delle strade, il Palazzo (fu) reale, i tanti affezionatissimi rifiuti, la totale e ordinaria mancanza di senso civico. E allora,cari concittadini, meglio abbandonare la quotidianità e darsi all’Arte, dar sfogo al genio artistico, disgraziatamente non compreso appieno dalle nostre parti, anche se si tratta di Street art, o semplicemente di arte contemporanea. E dire che l’artista più fantasioso e sorprendente sa celarsi a volte dietro il mestierante più umile.
Eccolo qui, il piccolo genio avanguardista di Terra di Lavoro, “l’Artista della Striscia”, il Keith Haring del Parco Cerasole, il maestro postmoderno dell’attraversamento pedonale. Non più semplici, banalissime "strisce" di colore bianco disegnate sull'asfalto. Basta con scopi utilitaristici: "raggruppare" i pedoni in luoghi ben riconoscibili da parte del guidatore il quale deve sempre dare la precedenza a coloro si trovino a transitare in aree della carreggiata stradale. Quanta banalità, quanta piattezza e ovvietà nella solita sicurezza stradale delle altre città. Qui si crea. Con tutto ciò, non ci troviamo più di fronte a quelle già famose strisce pedonali, presenti un po’ in tutta Caserta, quelle famigerate strisce gialle che fungono da dossi artificiali, completamente sbiadite e sgretolate, distruttici di semiassi, da Camel Trophy, opere di un’altra scuola postmoderna casertana, scultorea in questo caso. Qui “l’artista della Striscia” va ben oltre: questa sua opera dove ha deciso di realizzarla, o meglio di regalarcela? All’esterno di un centro di riabilitazione medica (il Centro Morrone ndr), lì dove persone più o meno sfortunate si recano per curarsi o per fare esami. Tra una stampella e una carrozzina, un’opera d’arte.
Quanto talento e che ingegno! La striscia disegnata a metà, proprio all’ingresso del centro, metafora della vita che gioca a volte brutti scherzi. Tu attraversi la strada e fino ad un certo punto hai la precedenza, poi l’imprevedibilità, l’imponderabilità ti può fottere e zacchete, se ti investono… non capisci l’arte. Ma l’istallazione non termina mica qui: il “maestro” di solito arriva dove altri non arrivano, e infatti pone sull’altro lato della strada un Suv, lì dove dovrebbero esserci le strisce non disegnate. Signori, qui ci troviamo dinanzi ad un capolavoro. Striscia a metà con Suv. Non più soltanto arte figurativa ma una vera istallazione di queste dimensioni, proprio vicino casa mia e non al Centre Pompidou di Parigi. Qui si è baciati dalla fortuna e non ce ne si rende conto. E pensare che c’è qualcuno che va in girò bestemmiando dicendo che è una semplice striscia pedonale lasciata a metà, che poi gli “operai” torneranno e verrà terminata. Brutti miscredenti, la fortuna è dalla parte dei casertani per una volta e ha voluto che la striscia sia lì da un bel mesetto, quindi altro che negligenza o incuria, siete voi che mal digerite l’arte contemporanea del postmodernismo casertano. Fatto sta che bisogna subito mettersi alla ricerca del genio e per una volta, non più accusare, denunciare e lamentarsi sempre, ma riconoscere che la nostra Caserta è città d’arte, d’avanguardia, una vera città POSTMODERNA.

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